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25/1/20

La Sapienza in rapporto al Padre

Ecco l’idea che lo Spirito Santo ce ne dà nel libro della Sapienza composto per noi, nel desiderio di adattarsi alla nostra debolezza: «La Sapienza eterna è un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. È un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà».


È l’idea sostanziale ed eterna della divina bellezza rivelata a S. Giovanni evangelista nella meravigliosa estasi nell’isola di Patmos, quando esclamò: «In principio era il Verbo o il Figlio di Dio o la Sapienza eterna o il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio».


In molti passi dei libri di Salomone, di lei si parla quando si legge che la Sapienza fu creata, cioè prodotta, fin dall’inizio, prima di ogni cosa e prima di tutti i tempi. Ella dice di sé: «Dall’eternità sono stata costituita, fin dal dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata…».


In questa suprema bellezza il Padre trovò le sue compiacenze nell’eternità e nel tempo, come lui stesso chiaramente affermò il giorno del battesimo e della trasfigurazione di Cristo: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale sono compiaciuto». Di questa luminosa ed incomprensibile chiarezza gli Apostoli videro qualche raggio che li penetrò di dolcezza e li gettò nell’estasi durante la trasfigurazione: «La Sapienza eterna è qualcosa di nobile, elevato, immenso, infinito e più antico dell’universo». Io non trovo parole per esprimere anche solo la pallida idea che mi sono fatto di questa bellezza e dolcezza sovrana, per quanto la mia intuizione resti infinitamente al di sotto della sua eccellenza. Ma allora chi mai potrà formarsene un’idea adeguata ed esprimerla come si conviene? Soltanto tu, gran Dio, conosci ciò che essa è. Soltanto tu la puoi rivelare a chi vuoi.

 

AES II, 1