La Sapienza nella storia della salvezza
Durante il tempo precedente all’incarnazione, la Sapienza eterna ha testimoniato in mille modi agli uomini l’amicizia verso di essi, e il gran desiderio di far giungere loro i suoi favori e di stare con loro: «Le mie delizie sono tra i figli dell’uomo. La Sapienza va in cerca dappertutto di quanti sono degni di lei», degni della sua amicizia, dei suoi doni, della sua stessa persona. S’è aggirata fra varie nazioni, nelle anime sante, per formarvi amici di Dio e profeti. Lei sola ha formato i santi patriarchi, gli amici di Dio, i profeti ed i santi dell’Antico e Nuovo Testamento. Lei, l’eterna Sapienza, ha ispirato gli uomini di Dio, ed ha parlato per bocca dei profeti. Li ha diretti nelle loro vie, li ha illuminati nelle incertezze, li ha sostenuti nelle fragilità, li ha liberati da tutti i mali.
Nel capitolo 11 della Sapienza, lo Spirito Santo enumera i mali dai quali la Sapienza liberò Mosè e gli israeliti quand’erano nel deserto. Aggiungiamo tutti quelli liberati da grandi pericoli nell’Antico e nel Nuovo Testamento: Daniele nella fossa dei leoni, Susanna dalla falsa accusa, i tre fanciulli nella fornace di Babilonia… e san Pietro dal carcere, san Giovanni dalla caldaia d’olio bollente, e la moltitudine dei confessori della fede dai tormenti inflitti ai loro corpi, dalle calunnie che insozzavano la loro reputazione… Aggiungiamo, ripeto, tutti quelli che furono liberati e guariti dalla eterna Sapienza: «Gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; essi furono salvati per mezzo della sapienza».
Esclamiamo dunque: «Felicissima l’anima in cui la Sapienza è entrata per stabilirvi la sua dimora! Nelle lotte vincerà, nei pericoli verrà liberata, nella tristezza riceverà gioia e consolazione, nelle umiliazioni esaltata e glorificata per il tempo e per l’eternità».
AES II, 47-50-51