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5/11/2019

Apprezzare la consacrazione

La via che, da schiavi, rende figli liberi

Questa forma di devozione dà alle persone che l’osservano fedelmente, una grande libertà interiore: la libertà dei figli di Dio. Siccome, infatti, con essa ci si fa schiavi di Gesù Cristo, con una consacrazione completa a lui come tali, questo ottimo Signore ci ricompensa della schiavitù d’amore che abbiamo scelta, come segue:
1) Egli toglie dall’anima ogni scrupolo e timore servile capace soltanto di metterla in angustie, incepparla e confonderla.

2) Dilata il cuore con una santa fiducia in Dio, facendoglielo considerare come Padre.

3) Ispira un amore tenero e filiale.
Senza fermarmi a provare con ragionamenti questa verità, mi limito a riferire un fatto che ho letto nella vita di Madre Agnese di Gesù, religiosa domenicana del convento di Langeac in Alvernia, dove morì in fama di santità dell’anno 1634. Aveva appena sette anni e già soffriva grandi pene di spirito. Sentì allora una voce che le disse: «Se vuoi essere liberata da tutte le pene ed avere protezione contro tutti i tuoi nemici, fatti al più presto schiava di Gesù e della sua santa Madre». Appena fu di ritorno a casa, si donò interamente a Gesù e alla sua santa Madre in qualità di schiava, benché non conoscesse ancora tale devozione. Trovata poi una catena di ferro, se la strinse ai fianchi e la portò fino alla morte. Ciò fatto, tutte le pene e gli scrupoli scomparvero, ed ella si trovò in una tale grande pace e dilatazione di cuore che prese l’impegno di far conoscere questa devozione a parecchie persone che, a loro volta, vi fecero grandi progressi, come l’Olier, fondatore del Seminario di San Sulpizio, ed altri sacerdoti ed ecclesiastici dello stesso seminario… Un giorno, poi, la santa Vergine le apparve e le cinse al collo una catenina d’oro in segno di gioia per averla tra gli schiavi suoi e del suo Figlio. Santa Cecilia, che accompagnava la santa Vergine, le disse: «Beati i fedeli schiavi della Regina del cielo, perché godranno vera libertà».

VD (169-170)