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Sant’Ignazio di Loyola

Iñigo Lopez de Loyola nasce ad Azpeitia, in territorio basco, nel 1491, ultimo di sette fratelli in un casato familiare benestante e potente, destinato quindi – secondo l’uso dell’epoca – alla carriera sacerdotale. La madre muore subito dopo la sua nascita e Iñigo cresce desiderando per sé un futuro da cavaliere più che da prete. Negli anni della formazione il padre lo manda in una cittadina vicina perché sia un ministro del re Ferdinando il Cattolico, ad istruirlo: il ragazzo crebbe e apprese le buone maniere seguendo il suo istitutore negli impegni di palazzo e nei viaggi di rappresentanza. 

Cresciuto, si trova a combattere varie volte per il viceré di Navarra e in battaglia viene ferito a una gamba da una palla di cannone, rimanendo claudicante per il resto della vita. Per vincere la noia durante la convalescenze inizia a leggere libri che la cognata gli passa: fra questi l’Imitazione di Cristo che, sommata ad altri testi, lo convinse che preferiva combattere per Gesù più che per qualsiasi re terreno. Sulla via per raggiungere Gerusalemme dismette gli abiti da cavaliere e fa voto perpetuo di castità. Non riesce a raggiungere la sua mèta per il sopraggiungere della peste, ma ottiene un’illuminazione sulla possibilità di fondare una Compagnia di consacrati e la sua vita si trasforma completamente, portandolo a scrivere quegli esercizi spirituali che sono ancora praticati dai fedeli di tutto il mondo.

Prosegue poi il suo pellegrinaggio verso la Terra Santa senza tralasciare di passare per Roma e, nel 1524, fa ritorno in Spagna.

Lascia ancora la terra natia per completare i suoi studi e lentamente si trova circondato da uomini decisi a seguire il suo esempio e a vivere con lui: sono gli albori della Compagnia di Gesù, approvata da Papa Polo III nel 1540.

Malato allo stomaco, muore nel 1556, lasciando quella grande eredità che ancora vive in tutti i continenti.  Viene proclamato santo nel 1622 da Papa Gregorio XV.

La chiara devozione mariana di Sant’Ignazio si manifesta nei suoi scritti così come negli Esercizi, convinto com’è che la Madonna l’abbia aiutato a redigerli. Maria è Madre e Signora nostra, titoli pieni di affetto filiale e approfondimento teologico: ogni meditazione degli Esercizi si conclude con un colloquio con la Madre di Dio.

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